IL MIO TESTAMENTO: Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro ideale, vi direi – sicura d’essere capita nel senso più esatto – Siate una famiglia!
Chiara Lubich

La nostra storia
Il Movimento dei focolari, ufficialmente “Opera di Maria”, ha una sua peculiare universalità nel carisma di Chiara Lubich, la sua fondatrice. Attraverso le espressioni diffuse da alcune testate giornalistiche, da network e altre varie agenzie, se ne colgono aspetti salienti: “Chiara incarnazione di un cristianesimo mite” (Osservatore Romano) che ha creato una «famiglia con i confini del mondo» (Il Sole 24 ore), scaturita «dalle macerie della guerra a un’umanità senza confini» (l’Unità). Ad oggi, sorprende la forza umana e spirituale che sgorga da colei che appare come «una piccola grande donna […] una protagonista della storia che propone un cristianesimo mite, aperto e solidale» (il Giornale). «Chiara Lubich, però, era un vulcano […] la sua testimonianza evangelica doveva essere declinata in ogni ambiente, per fare ritrovare tutti attorno al “focolare”. Il fuoco dell’amore per il prossimo la scaldava. Era il suo motore» (Il Messaggero).
Fin dall’inizio nel 1943 a Trento, la gente aveva cominciato a chiamare “focolarine” Chiara e le sue compagne, dall’antica parola trentina “focolar” indicante il cuore della casa, là dove la famiglia si riunisce intorno al fuoco. Le focolarine erano viste come portatrici di fuoco, di quel Dio-Amore che sembravano comunicare ovunque andassero.
Il Movimento nasce a Trento nel contesto del secondo conflitto mondiale quando Chiara Lubich (1920-2008), allora giovane ventitrenne, sotto lo sconvolgimento dei bombardamenti intuisce che «ogni cosa materiale può crollare ma non Dio, inteso come Amore, Padre». Lo sceglie come il tutto della sua vita. A Lui si consacra per sempre il 7 dicembre 1943, data che segna la nascita del Movimento. Nonostante le difficoltà, ben presto Chiara coinvolge altri giovani, donne, uomini e famiglie che costituirono il primo nucleo del futuro movimento. La motivazione più forte nella vita di ciascuno è il ritorno al Vangelo, riscoperto e sperimentato come motore di cambiamento personale e sociale; di fatto un loro primo impegno è rivolto a sollevare le vite dei più poveri nei quartieri di Trento.
Fin dagli inizi aderiscono al nascente Movimento persone di ogni cultura, vocazione, categoria sociale, etnia, religione. Sono per lo più laici, ma anche consacrati, sacerdoti, vescovi. Li accomuna il mandato evangelico ‘Che tutti siano una cosa sola’ (Gv 17,20-26) iniziando a vivere relazioni autentiche nei diversi ambienti di vita in modo che sia Lui in mezzo a noi a creare tratti di fraternità secondo la promessa di Gesù: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Nato nella Chiesa cattolica, vi aderiscono anche cristiani di altre Chiese, nonché persone di altre religioni e persone di convinzioni non religiose, caratterizzandosi per la vocazione al dialogo, nel costruire rapporti di fratellanza tra singoli, popoli, nei vari contesti di vita sociali e culturali.
Nel corso degli anni sono sorte 25 cittadelle in vari Paesi; in Italia è a Loppiano nel Comune di Incisa Valdarno (FI). Sono piccole città, o convivenze, composte da persone che condividono l’impegno a dar vita a società fondate su uno stile di vita fraterno, con case, luoghi di lavoro, centri di formazione e testimonianza della spiritualità dell’unità.
Alla direzione del Movimento vi è e vi sarà sempre secondo gli Statuti, una Presidente donna. L’attuale è Margaret Karram, israeliana, di origini palestinesi.
Il movimento dei focolari si incarna nella storia
L’impegno culturale e istituzionale del Movimento dei Focolari si esprime attraverso:
L’Istituto Universitario Sophia, centro di formazione e di ricerca accademica, con sede nella cittadella internazionale di Loppiano (Incisa Valdarno-FI).
Economia di Comunione, progetto di economia che coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promuovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico.
AMU – Azione per un Mondo Unito – presente in 30 Paesi del mondo è una ONG costituita nel 1986; con circa 35 progetti e micro-azioni promossi, è riconosciuta idonea dal Ministero degli Affari Esteri italiano per la realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo e per attività di formazione ed educazione.
L’Associazione Azione per Famiglie Nuove Onlus nata per iniziativa del Movimento Famiglie Nuove, è una diramazione del Movimento dei Focolari.
Dal 2005, inoltre, AFN Onlus opera come ente autorizzato per l’adozione internazionale di minori in stato di abbandono. In questi anni, grazie al sostegno a distanza e ai progetti sociali attivi in circa 50 Paesi, 40.000 bambini hanno riscattato la propria dignità, migliorando le proprie condizioni di vita e concorrendo allo sviluppo delle loro comunità di appartenenza.
La famiglia nel movimento
Famiglie Nuove svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento per i fidanzati; ha un’attenzione particolare per le coppie in crisi, i vedovi, i separati e le coppie irregolari; si impegna per la promozione di una cultura della famiglia e di adeguate politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e collaborando con diverse agenzie educative.
In questo anno il Movimento Famiglie Nuove dedica una particolare attenzione e approfondimento dell’Esortazione apostolica del Papa, Amoris Laetitia. In diversi passaggi, l’esortazione raccoglie l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia come chiesa domestica: “Nella famiglia, che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra persone [ …] E’ qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l’amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato […] La Chiesa è famiglia di famiglie, costantemente arricchita dalla vita di tutte le Chiese domestiche […] La Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa (AL 86-88).
Hani, cristiano copto, e Liliana, cristiana cattolica, ci raccontano la loro esperienza di famiglia.
Quando abbiamo cominciato a frequentarci eravamo già profondamente radicati ciascuno nella propria chiesa ed eravamo quindi coscienti delle differenze che esistevano fra noi, soprattutto in materia di dottrina. Nel vivere la spiritualità del Movimento abbiamo imparato a puntare al molto che ci unisce anziché guardare a quel poco che ci divide. Certo, quando la domenica ognuno di noi prende una strada diversa per andare a Messa, è sempre un dolore, così come quando involontariamente nei nostri discorsi viene fuori il “noi” e il “voi”, o quando umanamente ci viene da criticare qualcosa della Chiesa dell’altro. In questi casi, ci rendiamo conto che niente è costruito una volta per tutte e che ogni giorno Dio ci chiede di scegliere di amare la Chiesa dell’altro come la propria andando, tutti insieme, nell’una o nell’altra chiesa.
Un momento molto importante per noi è stato il battesimo di Giulia, la prima figlia. Abbiamo discusso a lungo e per diverso tempo, ma non riuscivamo a decidere quale fosse la cosa più giusta: il battesimo cattolico o quello ortodosso, della cui chiesa Hani è diacono. Non sapevamo prendere una decisione e allora ho capito che avrei dovuto parlarne anche con il mio Vescovo. Sono andata da lui e gli ho spiegato tutta la situazione. Mi sono sentita accolta e ascoltata fino in fondo. Il Vescovo era stato contento che fossi andata a parlargli e mi disse chiaramente che avrebbe capito e appoggiato qualsiasi decisione che io e Hani avessimo preso, seguendo la nostra coscienza. A quel punto, mi è stato chiaro che per amore di Hani e della sua Chiesa avremmo dovuto celebrare il battesimo ortodosso.
Il rapporto tra noi, dal punto di vista della fede, è davvero ricco e fecondo. È capitato più volte che Hani mi spiegasse alcuni simboli della Chiesa cattolica e che io, invece, grazie alle mie domande, lo portassi a riflettere su alcuni punti della Chiesa ortodossa.
Come in ogni famiglia abbiamo passato momenti difficili, ma abbiamo sempre cercato di mantenere alcuni punti che ci sembravano importanti, come la preghiera fatta tutti insieme oppure l’umiltà di chiederci scusa, e di chiedere scusa anche ai ragazzi facendo il primo passo verso di loro.
Ci rendiamo conto che la cosa più importante è l’unità tra noi due, un’unità fondata certamente sull’amore umano e soprattutto sulla grazia del sacramento che ci ha uniti, alla quale non abbiamo mai smesso di credere.
La comunità a Reggio Emilia
Negli anni cinquanta un semplice incontro tra Bruno, uno dei primi focolarini, e Guglielmo è bastato, perché l’esperienza della Parola di Dio vissuta e condivisa con altri avesse inizio, generando il desiderio di approfondire la spiritualità del Movimento. Città Nuova, la rivista nata per creare “rete” tra le varie realtà presenti in Italia e nel mondo è stata uno strumento prezioso per nuovi legami con persone e famiglie.
La dimensione spirituale non è mai stata disgiunta da quella sociale in ogni ambiente: arte, dialogo, solidarietà, famiglia, educazione.
Di fatto il nostro impegno concreto nella comunità ha sostenuto:
- lo sviluppo della scuola di Balletto Classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu che ha coinvolto centinaia di giovani provenienti da varie parti del mondo;
- la nascita dell’Associazione Solidarietà che, collaborando con l’Amu, ha dato vita a diversi progetti: Azione solidale, attraverso cui si sostengono organizzazioni che a vario titolo si occupano delle molteplici forme di povertà; Culture: i luoghi dell’incontro, un progetto di dialogo, di confronto e amicizia con alcune comunità musulmane ed evangeliche; le Adozioni a distanza in collaborazione con Famiglie Nuove.
- Il progetto sull’emergenza educativa, condiviso con altri Movimenti, che ha promosso il convegno ‘E tu chi sei? Vivere la relazione per crescere insieme’ (1 marzo 2019) presso Unimore.
- La collaborazione con Caritas come parte attiva, ogni venerdì del mese, nella mensa diffusa presso la parrocchia San Paolo di Reggio Emilia.
Per chi volesse approfondire la spiritualità e le attività del Movimento nella nostra Diocesi può rivolgersi a:
Luigi Braglia 348.3200970 per Reggio Emilia e provincia
Carlo Fregni 335.1321491 per Sassuolo e dintorni
Giampaolo e Anna Maria Ferretti